Un ponte di legno traballante
valicava le torbide
acque del Salso.
I minatori, ogni giorno
l’attraversavano
e si perdevano poi
negli oscuri
profondi cunicoli
della zolfara.
...
Da tempo quel ponte non c’è più
né lo zolfo, che dai calcaroni
ammorbava l’aria
e tossire faceva
i macilenti carusi
gravati di cofani di ganga.
Ora in quel luogo
restano soltanto le dirute vestigie
e il ricordo d’un passato
costellato d’immani fatiche
d’infinite miserie
e di tragiche morti.