"Fugit inreparabile tempus,
singula dum capti circumvectamur amore"
(Virgilio: Georgiche 3°-vv. 284-5)
Dai vetri appannati dai respiri
seguivo il lento scorrere della bruma:
voli di passero
scrivevano sfumati pensieri.
Isole di nuvole sul mare
quasi immobile
trascinavano memorie d'angoscia,
mentre il vento tra i rami spogli
di primavera tardiva
intonava canti melanconici.
E tu, amore, non c'eri.