(Canto di speranze dei zolfatari di Sicilia)
(A mìo cugino L. Di Legami)
Lavoriamo, fratelli.
La fiaccola che illumina
quest'antri di dolore,
sole luminoso sarà domani.
Domani,
il nostro pane non ammolliremo
nelle fumanti erbe
raccolte pei campi,
e il sudore delle nostre carni
non bagnerà invano
questo suolo . . .
Domani,
non fioriranno più nel nostro cammino
fiori di morte,
ma sorrisi di bimbi
accompagneranno le nostre carole.
Domani,
quando altri soli
splenderanno nei cieli
e il verbo d'amore risuonerà nell'aria,
cesseranno le pene
delle nostre fatiche.