La canzuna de lu nannu - Silloge poetica

prof.ssa Rosaria Carbone

 

Calogero Puzzanghera è nato a Riesi (CL) nel 1928. A tredici anni, assieme alla famiglia, si trasferì a Carbonia (CI), dove il padre era assistente ai lavori edili della nascente cittadina carbonifera. Conseguita la licenza delle scuole medie, interruppe gli studi per impiegarsi presso un ufficio amministrativo della Carbosarda, senza che ciò gli impedisse di coltivare quegli studi e quelle letture a lui congeniali, soprattutto quelle dei poeti, di cui sentiva dentro di sé affinità e magia. Incominciò così a scrivere le sue prime poesie, che pubblicò in qualche giornale locale e in qualche rivista. Nel 1960 uscì, per le edizioni de La Procellaria, il suo primo libretto di poesie, “Altra vita sognammo” dove misure e accenti di poeti da lui preferiti sono qua e là avvertibili. Nel 1975 pubblica per le edizioni de La Procellaria, “Al corso lento dell’Imera”. Visioni di paesi siciliani e sardi, ricchi di fanciullezza, malinconie e tristezze per tutto ciò che d’ingiusto, di contraddittorio, di sofferto c’è nella vita degli uomini, degli umili, sono i temi di queste poesie, che nella loro brevità contengono una densità di affetti, di sentimenti umani e religiosi, schiettamente e nitidamente profilati.

La poesia di Calogero Puzzanghera è spontanea e piena di grande impatto emotivo che induce a riflessioni sul ruolo dell’uomo nella società come si legge nell’ultima silloge inedita del nostro caro estinto, che ha lasciato la nostra terra nel dicembre 2009, “La canzuna di lu nannu”, qui i suoi versi scorrono velocemente attraverso la profondità dell’io, la memoria, i labirinti dello spirito…./tu hai posto sul mio passato una lapide senza epitaffio…../…il caldo vento che spira/ reca un canto di pena/ e narra i tormenti/ della mia povera gente del sud…../il vento sembra scagliare l’irata voce di Dio sulla terra.

La sensibilità d’animo del poeta scruta ogni granello del mondo che lo circonda e delle persone che egli ama…/Se di notte tu senti/ un ignoto sospiro,/ cuore, non temere…./Alla tua finestra fiorita/ di rosso geranio e di bàlaco /ogni sera venivo /a donarti la gioia del mio cuore…../Si amico /fatto di minime gioie era /il nostro vivere allora/ e teatro della nostra età breve/ fu la strada che ogni giorno /lastricavamo di rosei sogni…

Una nota particolare merita la lirica la clessidra (Lettera allo zio Ernesto). Un dialogo filosofico sugli eterni dilemmi della vita. Un incontro di ricordi, di certezze, di sogni…/ Il tempo è un granello di sabbia d’una immensa clessidra chiamata eternità.

Stupendo lo scenario dell’infanzia che affiora alla memoria assieme alle immagini cangianti di Orlando, Rinaldo, del perfido Gano di Magonza e dei ridicoli eroi dell’opera dei pupi…ieri come oggi.

Una forte dose di sentimenti, di passione e tanta voglia di dire ma anche di denunciare la misera rassegnazione, sono il filo conduttore de “La canzuna di lu nannu” raccolta che affida ai lettori tante emozioni attraverso i quali ripercorrere le tematiche eterne dell’esistenza.

Trattasi, dunque, di poesia sensibile, che fa appello alle più intime corde dell’animo, che rifugge ogni sdolcinatura, ma si attiene agli schemi del realismo; poesia accattivante per semplicità stilistica, per concretezza descrittiva, ispirata da sensazioni quanto mai profonde di un personaggio che fa della poesia il suo stesso senso di vivere!